Rifiuti, accordo Regione Emilia Romagna Repubblica di San Marino

 

Riccione, 30 Gennaio 2019

 

Per una zona ad alta densità abitativa, anche in virtù del forte afflusso turistico come Riccione, ritengo sia un dovere, oltre che un diritto per la città e i suoi abitanti, avere a disposizione ogni dato, a carattere scientifico e comparativo, per valutare gli effetti dell’incenerimento dei rifiuti sulle persone e sull’ambiente circostante.

Il Comune di Riccione si è adoperato in questa direzione per approfondire i risultati della ricerca Unimore, realizzata dal Dipartimento di Scienze e metodi dell’Ingegneria dell’Università di Modena e Reggio Emilia.

Una premessa obbligata, a fronte delle forti perplessità emerse, dopo il via libera dell’Assemblea legislativa regionale, che ha sancito l’accordo tra Regione e Repubblica di San Marino nella gestione dei rifiuti urbani e speciali, oltre che pericolosi, destinati allo smaltimento e al recupero di energia.

Perplessità per la totale assenza di coinvolgimento e condivisione da parte della Regione verso il nostro territorio. Una linea lontana da questa amministrazione che non ci appartiene. Ad una attività di riduzione dei rifiuti urbani, perseguita con la raccolta differenziata porta a porta e poi tramite incenerimento, non può corrispondere un aumento dei rifiuti speciali destinati all’inceneritore. Non si può in altre parole mettere in atto una politica di gestione dei rifiuti che tenda a diminuire i rifiuti urbani se poi crescono quelli speciali. L’accordo precedente tra Regione e Repubblica di San Marino risalente al  2011, fissava un quantitativo massimo annuo di 54.000 tonnellate da smaltire negli inceneritori della Regione, nei prossimi 5 anni i rifiuti da smaltire aumenteranno invece fino a 62.000 tonnellate. 

Un dato che necessariamente porta a considerazioni inevitabili. Perché se nel caso dell’inceneritore di Coriano la massa di indifferenziato smaltito dovrebbe essere di 3000 tonnellate in meno rispetto al 2011, desta timore l’aumento previsto dei rifiuti pericolosi. 

Questo è un tema troppo importante che, incidendo sulla difesa delle acque, dell’aria e del suolo necessariamente richiede, ribadisco, una condivisione dei territori.

Per tale motivo continueremo a mantenere alta l’attenzione su questo argomento per non azzerare gli sforzi fatti fino ad oggi che rischiano di essere seriamente vanificati da decisioni imposte dall’alto.

 
 
 
 
 

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Data creazione pagina: 30 Gennaio 2019
Ultimo aggiornamento: 30 Gennaio 2019