Che lingua usiamo quando scriviamo le leggi? Che cosa ci racconta del nostro mondo una legge formulata con un linguaggio incomprensibile? Se invece la lingua è evocativa, quale idea comunica della società che siamo o che vorremmo essere? A ragionare su questi temi non è un esperto di giurisprudenza ma Graziano Graziani, critico teatrale e scrittore, autore di un libro a cavallo tra ricerca e letteratura, l’Atlante delle micronazioni(Quodlibet, 2015). In quel libro racconta storie paradossali di Stati minuscoli, creati a volte persino per gioco o per goliardia. Nel farlo affronta però argomenti seri e attuali come i concetti di “cittadinanza”, “confine”, “identità nazionale”.

Ora Graziani presenta un progetto affine, promosso da Riccione Teatro, che unisce idealmente due anniversari: i cinquecento anni dalla pubblicazione dell’Utopia di Thomas Moore (1516) e i settant’anni dall’elezione dell’assemblea costituente che ha redatto la “legge fondamentale” della Repubblica (1946). Graziani affronta proprio questi due temi, l’utopia e la costituzione, in un laboratorio che ha coinvolto una classe di studenti del Liceo A. Volta - Fellini di Riccione.

Il laboratorio si è svolto nell’arco di tre giornate; nel primo incontro si è discusso di utopia, costituzioni, linguaggio della legge, Graziani ha presentato articoli di vere costituzioni, come la Dichiarazione di indipendenza americana, la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino della Francia rivoluzionaria e la Costituzione della Repubblica Italiana. Si sono esaminate anche leggi, editti e costituzioni delle micronazioni.

Il secondo incontro, meno teorico e più legato alla lettura, ha teso ad allargare lo sguardo alla poesia che parla di politica, legge o utopia, Graziani e i ragazzi del liceo hanno letto versi di Brecht, Majakovskij, Szymborska, Trilussa, Fortini, Pasolini, Dylan Thomas, per rintracciarvi spunti di riflessione per la politica, intesa non come competizione tra partiti ma come immaginazione della polis.

Nel terzo appuntamento svoltosi allo Spazio Tondelli, i ragazzi hanno scritto la loro costituzione vestendo i panni di veri e propri componenti di un’assemblea costituente, che discute e redige ogni articolo di una carta costituzionale. Gli studenti hanno stabilito la nascita di una nuova nazione, di una Città ideale con una sua costituzione, immaginata e proclamata all’interno della classe.

Ultima tappa di un progetto più ampio, le carte costituzionali redatte in tutta Italia dagli studenti delle scuole medie superiori saranno poi raccolte in un corpus unico come strumento per nuove riflessioni.

Ad uno degli incontri ha partecipato anche il sindaco di Riccione Renata Tosi, seduta trai i banchi insieme ai ragazzi.

Graziano Graziani (Roma, 1978) è scrittore e critico teatrale. Collabora con Radio 3 Rai (Fahrenheit, Tre Soldi) e Rai 5 (Memo). Caporedattore del mensile Quaderni del Teatro di Roma, ha collaborato con Paese Sera, Frigidaire, Il Nuovo Male, Carta e ha scritto per diverse altre testate (Opera Mundi, Lo Straniero, Diario). Ha pubblicato vari saggi di teatro e curato volumi per Editoria&Spettacolo e Titivillus. Ha pubblicato l'opera narrativa Esperia (Gaffi, 2008); una prosa teatralizzata sugli ultimi giorni di vita di Van Gogh dal titolo Il ritratto del dottor Gachet (La Camera Verde, 2009); I sonetti der Corvaccio (La Camera Verde, 2011), una Spoon River in centootto sonetti romaneschi; i reportage narrativi sulle micronazioni Stati d'eccezione. Cosa sono le micronazioni? (Edizioni dell'Asino, 2012); Atlante delle micronazioni (Quodlibet, 2015), una geografia di luoghi, storie e personaggi a metà strada tra realtà e immaginazione. Cura un blog intitolato anch'esso Stati d'Eccezione. Graziano Graziani è collaboratore assiduo di Riccione Teatro e componente di giuria del Premio Riccione per il Teatro.