Progetto Riccione Scuola-Beni Naturali, Ambientali, Culturali

La metodologia

 
 
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La metodologia alla base del progetto si basa sulla ricerca in educazione. Nel tempo all’interno del Progetto si è sperimentato il metodo del “fare ricerca”. Si è consolidato il “Lavorare per progetti” con la proposta e lo sviluppo di temi “attrezzati” e metodologie flessibili capaci di adattarsi ai diversi gradi, livelli e contesti scolastici. Lavorare intorno a problemi considerati di rilevanza da un punto di vista culturale, sociale, politico ed individuale è significativo per aiutare bambini e ragazzi a comprendere le ragioni dello stesso insegnamento/apprendimento disciplinare.

A tal proposito vale la pena ricordare un pensiero del prof. Francesco De Bartolomeis (pedagogista fondatore del Progetto Riccione-Scuola...), secondo cui "... In assenza di ricerca, di lavoro su problemi reali, di attività di laboratorio, di rapporti con le realtà esterne, di utilizzazione di esperti disciplinari, la scuola s’immiserisce, manca di vitalità, non stimola interessi nei bambini e negli adulti". 

Si ritiene importante premettere alla ricerca le seguenti azioni: collegare i contenuti progettuali ai problemi reali, nuovi, per sintonizzarsi con le priorità sociali, economiche, agli interessi, aspettative degli allievi; coniugare il metodo della ricerca con le discipline scientifiche ma anche con quelle sociostoriche e umanistiche. La ricerca diviene quindi strategia sistematica, modalità di lavoro, per comprendere e rapportarsi reciprocamente alla realtà. Muovendo da curiosità intellettuali, culturali, di conoscenza, il soggetto ricorre a diverse operazioni logiche (semplici e complesse) quali memorizzazione, rinforzi strumentali, classificazioni, analisi, sintesi, creative.

In sintesi il metodo della ricerca consiste nel:

  • problematizzare la realtà;
  • formulare ipotesi e testarle;
  • acquisire consapevolezza della provvisorietà e congetturalità della soluzione individuata;
  • richiedere un approccio aperto alla complessità (molteplici paradigmi e metodiche per la conoscenza del problema);
  • trasferire le ipotesi formalizzate in altri contesti.

Il Progetto garantisce così temi attrezzati affiancati a metodologie attuative flessibili capaci di adattarsi ai diversi gradi e livelli scolastici, ai diversi contesti, ad eventuali esigenze o interessi che possono nascere in itinere, via via che il percorso di ricerca si realizza. Come il viaggiatore prima di partire ha delle aspettative, si prefigura possibili tappe, mete da raggiungere, così l’insegnante, nel lavoro per progetti, è consapevole di ciò che fa, di ciò che potrà accadere, delle attese, anche se queste potrebbero essere deluse, ampliate, rinegoziate, cambiate perché vivere coi bambini, ricordava il pedagogista Loris Malaguzzi, significa "Lavorare per un terzo con la certezza e per due terzi con l’incertezza...".

 

Il Progetto ha impegnato le amministrazioni non solo a livello di risorse economiche ma anche di collaborazione Comuni-scuole. Questo tipo di organizzazione ha previsto compiti nuovi a livello di Assessorato e dirigenziale. Il dirigente è stato affiancato da pedagogisti interni, da un consulenti scientifici esterni e da esperti delle aree disciplinari attivate.

In un contesto come quello del Comune di Riccione “laboratori”, “innovazione educativa” sono concetti divenuti realtà all’interno di progetti di qualificazione con le scuole.

Nella realtà comunale riccionese, la pratica della ricerca e la documentazione sono i pilastri fondamentali su cui si regge il Progetto Scuola-Beni Naturali, Ambientali, Culturali per la qualificazione del processo formativo.

Il sistema formativo nella sua estensione e nella sua varietà di campi costituisce un necessario riferimento per il sistema scolastico. In una visione innovativa si avverte che è non solo utile ma necessaria la collaborazione di esperti esterni con competenze riguardo alle capacità di apprendimento e di produzione ai diversi livelli di età.

È necessità primaria che il sistema scuola definisca le sue funzioni nel sistema formativo capace di collegare formazione generale, formazione professionale, mutamenti tecnologici e sociali, mercato del lavoro.

Il   Progetto Scuola Beni Naturali, Ambientali, Culturali si è sempre  caratterizzato per un uso costante  delle risorse del territorio. Tra le condizioni fondamentali del Progetto Riccione vi è l’importanza dei rapporti con la varietà di realtà esterne come luoghi di formazione: beni storici, artistici e culturali, ambientali, amministrazioni pubbliche, aziende artigiane, servizi, aziende che producono informazione. Diceva ancora il prof. De Bartolomeis “L’estensione a spazi extrascolastici non è opzionale perché non è opzionale affrontare problemi a dimensione reale". A tal proposito vale la pena ricordare il prof. Francesco Caggio,  conduttore di diverse aree disciplinari al suo interno nel suo evidenziare che “Il territorio è da considerarsi, stabilmente e costantemente,  come un bacino ricco di opportunità per ampliare, arricchire, diversificare e rendere più prossima, interessante e coinvolgente l’offerta formativa rivolta agli allievi”.

 

 Il Progetto Riccione -Scuola, si avvale di strumenti di gestione e di organizzazione che, per la natura dei problemi a cui si applicano, hanno una fisionomia educativa. Questi sono il Comitato scientifico e il Coordinamento del Progetto costituito da referenti d’area, operatori del centro documentazione. Il Comitato Scientifico gestisce i rapporti delle varie componenti istituzionali, affronta problemi generali, esamina necessità di mutamenti. All’interno dei Comitati vengono presentati Report documentativi dei percorsi di ricerca effettuati nelle varie aree disciplinari del progetto. Tali report permettono la verifica critica delle diverse ricerche attraverso riflessioni in itinere e finali sui percorsi via via sviluppati, al fine di migliorare e affinare strategie, metodologie, strumenti e supportare al meglio il lavoro dei docenti all’interno delle classi. L’altro organo fondamentale all’interno del progetto è costituito dal Coordinamento (costituito da esperte dei processi formativi, referenti d’area disciplinare) che svolge i suoi compiti organizzativi interpretando, mediando, supportando le richieste che vengono dal Comitato, dal coordinatore scientifico, dagli insegnanti e dagli esperti in fatto di mezzi, risorse, materiali ecc. Essa garantisce la presenza costante negli incontri tra esperti disciplinari e insegnanti per agevolare l’utilizzazione degli strumenti e dei materiali necessari al lavoro.

 


Gli esperti
L’adesione al progetto coincide con l’avvio delle attività. I docenti verranno informati dal coordinamento del Progetto circa gli appuntamenti progettuali con l’esperto conduttore dell’area/argomento scelto. In sede di primo incontro, l’esperto, entra nel dettaglio della pista proposta per l’anno in corso e si avvia il percorso nel rispetto della metodologia della ricerca. Esperti e insegnanti condividono via via i materiali che fungono da filo conduttore tra un incontro e l’altro e contribuiscono alla documentazione del percorso di ricerca. E’ compito dell’esperto e dei referenti d’area cercare di captare le esigenze, gli interessi dei docenti nei diversi incontri. Gli esperti progettuali propongono temi “attrezzati” mettendo a disposizione strumenti, materiali mirati per supportare gli insegnanti attraverso approfondimenti disciplinari specialistici. Le referenti del coordinamento infatti svolgono un ruolo fondamentale nel mediare i rapporti tra esperto e docenti,
nella redazione dei verbali degli incontri, nella selezione dei materiali, nella predisposizione della documentazione.
A seconda del campo di ricerca, cambiano gli strumenti e le metodologie strettamente connessi all’area disciplinare all’interno della quale si snoda il percorso. L’integrazione fra diversi linguaggi mediati da diverse tecniche e strumenti avvierà la comprensione verso saperi più raffinati. I percorsi di ricerca non nascono a tavolino da una pista preconfezionata ma vengono co-costruiti, calati nella realtà, contestualizzati nelle classi all’interno di una progettualità condivisa dove anche i bambini entrano a pieno titolo.


Il protagonismo dei bambini/ragazzi
Il “protagonismo” degli allievi nelle interazioni, nelle scoperte e nel piacere di operare, rimane un obiettivo principale dell’attività progettuale, dove la presenza dell’insegnante da un lato e dell’esperto dall’altra, se ne fanno i garanti. L’approccio della ricerca in senso laboratoriale, interattivo, permette all’adulto di negoziare con i bambini ipotesi di soluzioni a problemi. Permette a bambini e bambine di costruirsi delle teorie attraverso la discussione e la verifica di possibili strade e modi diversi. Permette di attivare le menti dei bambini, di renderle fattivamente attive lungo tutto il percorso… Il ruolo dell’esperto si connota come indirizzo, sostegno, stimolo alla problematizzazione. L’insegnante, guidato dall’esperto dovrebbe anche assumere un ruolo di regista, stimolatore, incentivando e valorizzando le idee degli allievi, i pensieri spontanei, le scoperte autonome con atteggiamento accogliente, non giudicante ecc. Il “setting pedagogico”, è volto a valorizzare approcci e metodologie attive e interattive. Prevede, da un lato, l’esperto che sostiene, sollecita, stimola, suggerisce e dall’altro l’insegnante che guida, conduce il gruppo. Le due differenti figure professionali collaborano al raggiungimento di obiettivi comuni, condivisi. 

Protagonismo degli allievi e approcci laboratoriali presuppongono integrazioni interdisciplinari, uscite sul territorio, stretti rapporti con i beni naturali, ambientali, culturali al fine di costruire un tessuto aperto in collaborazione con le scuole. La scuola intesa in senso laboratoriale, è il luogo in cui non solo si elaborano i saperi, ma anche un insieme di opportunità formative per produrre nuove conoscenze e sviluppare nuove competenze. In questa prospettiva l’azione educativa si sposta dall’insegnamento all’apprendimento, cioè ai processi del "far apprendere" e del riflettere sul fare, allo scopo di rendere gli allievi consapevoli dei processi che vivono.


I Nodi della ricerca: documentare i processi
All’interno del Progetto, il binomio ricerca-documentazione è sempre stato basilare, un costante focus di riflessione. Le riflessioni inerenti la documentazione, nella nostra realtà educativa, si sono orientate a richiamare maggiormente l’attenzione sui processi che sottostanno ai percorsi di ricerca in un mondo dominato da internet dove tutto è dato, pronto all’uso, tutto è un prodotto. Avere consapevolezza del processo, risalire dal prodotto al processo significa ripercorrere le tappe del percorso di ricerca/scoperta, capire che i percorsi non sono quasi mai lineari, analizzare i cambi di rotta, i diversi tentativi ed errori commessi, le ipotesi legate al prodotto e quelle ancora da
verificare, le aperture verso nuove possibilità di ricerca. L’attenzione ai processi documentari è connesso al lasciar traccia di tutte le buone pratiche educative. Documentando anche e soprattutto i processi, la documentazione diventa occasione di informazione e formazione, soffermandosi su attività di riflessione dei percorsi di ricerca, in un’ottica di circolazione delle conoscenze e di costruzione collettiva del sapere. Ogni percorso di ricerca raggiunge traguardi non definitivi, in quanto espressione di un processo più che di un risultato e perciò passibile eventualmente di differenti interpretazioni. Si intendono recuperare i processi di attiva ricostruzione del sapere che si traduce in un’attività finalizzata ad individuare i nessi che legano tra di loro eventi e situazioni. Lavorare per e su progetti significa anche accettare
che non ci sono risposte precostituite, ma che c’è un sapere da costruire insieme, con le risorse dei distinti individui e del gruppo in una tensione tra riflessione e azione. Possono risultare interessanti anche gli stati d’animo che hanno accompagnato i vari momenti del processo.
E’ importante rilevare che la documentazione di processo, a differenza di quella di prodotto, deve assolutamente problematizzare le esperienze, nel senso che deve porre l’accento anche sugli imprevisti, gli incidenti, gli errori, i dubbi, le perplessità, le incertezze di cui ogni esperienza è sempre intessuta e sui tentativi di risposta, riusciti o meno, che sono stati sperimentati.


Restituzione documentativa finale
La visibilità del Progetto alla cittadinanza, viene garantita dall’ allestimento di mostre documentative finali. Negli ultimi anni di Progetto, si è riflettuto sul rinnovamento della Rassegna finale quale sede per raccontare, narrare la realtà dei percorsi sviluppati. Negli ultimi anni, si sono condivise nuove forme di restituzione documentativa per raccontare i percorsi di ricerca con modalità comunicative diverse: cartelloni, manufatti, audiovisivi. L’approccio museale consente di selezionare contenuti pertinenti ai temi guida, i processi sviluppati nelle ricerche.
La mostra diviene testimonianza di scuole promotrici di cultura e di occasioni di incontro e di formazione. Il percorso mostra viene pensato in relazione ai visitatori, alle possibilità di postazioni interattive, spazi laboratoriali. Eventi connessi alla mostra hanno consentito di arricchire, caratterizzare, rendere significativa l’iniziativa.

 

Data creazione pagina: 04 Dicembre 2019
Ultimo aggiornamento: 12 Dicembre 2019