DAL TESTO ALLA SCENA DALLA SCENA ALLO SCHERMO

Sabato 13 settembre alle 21.15 su Rai 5 "Il Guaritore" di Michele Santeramo, testo vincitore del 51° Premio Riccione per il Teatro

Continuano i successi per i testi premiati dal Premio Riccione per il Teatro. Particolarmente fortunato si sta rivelando Il Guaritore, testo di Michele Santeramo che nel 2011 si è aggiudicato la 51a edizione del Premio e che da allora sta continuando a girare i teatri di tutta Italia. Lo spettacolo, già trasmesso su Radio 3, debutta ora anche sugli schermi televisivi, sabato 13 settembre alle 21.15 su Rai 5.

Diretto da Leo Muscato e interpretato da Vittorio Continelli, Simonetta Damato, Gianluca delle Fontane, Paola Fresa, Michele Sinisi, lo spettacolo è prodotto da Teatro Minimo e Fondazione Pontedera Teatro con il fondamentale sostegno del Premio Riccione per il Teatro, che assegna ai testi vincitore un premio di produzione per favorire il passaggio del testo alla scena.

Il protagonista non è un mago né un medico. Vive sulla linea d'ombra tra realtà e fantasia, come ogni personaggio della scena. Ha il colletto della camicia sporco, non ci vede quasi più ma riesce a guarire le persone. “Cosa doveva guarire, questo mio Guaritore? Deve guarire le storie – scrive l’autore – per dirla meglio, deve guarire delle persone, partendo dal presupposto che per guarire una storia bisogna metterla in relazione con un’altra. La relazione, l’idea di mettere al centro una generosità a cui trovo sempre meno disposta la gente, come se condividere qualcosa sia diventato perderne il senso.”

La Giuria del 51° Premio Riccione, composta da Alessandro Gassmann, Umberto Orsini, Sonia Bergamasco, Fabrizio Gifuni, Elio De Capitani, Fausto Paravidino e Isabella Ragonese, ha scritto: “Il testo di Michele Santeramo è un testo vivo. È un testo teatrale, che non rinuncia mai all’efficacia scenica di quello che rappresenta. Lo spettatore è condannato a chiedersi se è di fronte ad una narrazione naif o elaborata, se è l’autore o se sono i personaggi o gli attori a condurre il gioco, un gioco teatrale, un gioco antico, fatto di sketch, di porte che si aprono e che si chiudono, di battibecchi bassi e di monologhi alti, e un gioco popolare e contemporaneo, che ci attira offrendoci la riconoscibilità delle situazioni teatrali e ci piomba in un mondo che è il nostro, un mondo senza certezze, un mondo liquido, dove per orizzontarsi non servono più le idee, né quelle vecchie né quelle nuove, ma dove gli esseri umani – con tutti i loro difetti – non smettono mai di aggrapparsi alla speranza che sia il confronto con un altro essere umano a salvarli.”

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Data creazione pagina: 10 Settembre 2014
Ultimo aggiornamento: 10 Settembre 2014